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LETTONIA
Stato baltico, con capitale Riga. Abitata già prima dell'era cristiana dai lettoni, appartenenti al gruppo baltico delle lingue indoeuropee, fu sottomessa nel XIII secolo dai cavalieri teutonici e portaspada che vi imposero il cristianesimo e favorirono l'insediamento dei mercanti tedeschi nei centri urbani (a partire da Riga, fondata nel 1202). Insieme all'Estonia la Lettonia restò sotto la sovranità dei cavalieri teutonici di Livonia fino all'attacco condotto nel 1558 dallo zar Ivan IV. L'intervento polacco pose fine nello stesso tempo al tentativo di espansione russo e all'ordine teutonico, che nel 1661 cedette la maggior parte dei suoi possessi alla Polonia. Passata in precedenza alla confessione protestante, la Lettonia venne allora ricondotta al cattolicesimo, fino a che nel 1630 la regione fu conquistata dalla Svezia, che impose di nuovo il protestantesimo. Nel 1721, al termine della guerra del Nord, la Lettonia passò sotto la sovranità della Russia e vi rimase fino al 1918, quando proclamò la propria indipendenza. Nel 1940 fu nuovamente occupata dall'Unione sovietica, che aveva ottenuto mano libera dalla Germania con i protocolli segreti annessi al patto di non aggressione del 23 agosto 1939. La lotta per l'indipendenza riprese nel 1988 e condusse nel 1991 al referendum che sancì l'uscita della repubblica lettone dall'Unione sovietica. La capitale è Riga. Estesa su 64.500 km, la Lettonia aveva 2,7 milioni di abitanti, solo per poco più della metà di nazionalità lettone; essa ereditava in particolare la complessa questione della minoranza russa (38%, ma 46% contando anche ucraini e biolorussi), risultato dei due periodi di russificazione imposta, dal 1880 e dal 1945. La nuova repubblica lettone, guidata dal movimento nazionalista Via Lettone, ripristinò la costituzione del 1922. Alle elezioni del 1999 si affermò una coalizione di centro-destra.
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